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Descrizione

Dai suoi 262 metri di altitudine, Conzano veglia da mille anni sulle suggestive valli dei torrenti Grana e Rotaldo. Garante di sempre più rari e preziosi silenzi, sorge sulle ultime propaggini del Basso Monferrato, discosta di pochi chilometri dalla statale Casale Monferrato - Alessandria e ad una decina dall'antica capitale paleologica, in uno scenario di borghi e di colli che si susseguono racchiusi nell'abbraccio del grande coro delle Alpi. Il centro storico ha un tipico assetto di borgo collinare, con un impianto a cerchi concentrici a sviluppo stradale pianeggiante, vera peculiarità locale, e con collegamenti radiali a vari livelli. Giuliano Vogliolo lo fotografò esemplarmente con poche righe: "Tutto il paese è un angolo indimenticabile, antico, piccolo, le stradine a gomito, molte antiche architetture sopravvissute alla fame di progresso". Non sapremmo descriverlo meglio!
EVeduta aerea di Conzano - dettaglio bene a ragione scrisse Giuseppe Niccolini: "Da questo culmine si gode la vista di uno sterminato e pittoresco panorama." Per larga parte il nucleo storico è ancora oggi chiuso nel perimetro delle mura che ci tramandano memoria di passate funzioni difensive. Storia antica che si è cristallizzata anche in numerosi toponimi che richiamano le fortificazioni del tempo che fu: Barbacane, Fosso, Castello, Dietrocastello, Rocca, Torre. Più frequenti e significativi sono però i toponimi connessi a specie vegetali che testimoniano la prevalente e millenaria vocazione per l'agricoltura, e in particolare per la viticoltura. Ma le più antiche tracce di presenza umana, rinvenute nel 1982 a San Maurizio, risalgono addirittura al Paleolitico e sono tra le più remote del Piemonte. Si tratta di reperti litici lavorati che si possono far risalire ad oltre 400.000 anni fa e che oggi si trovano al posto d'onore nelle teche del Museo Archeologico di Torino. Altri reperti testimoniano la presenza romana e tra questi lo stesso etimo di Conzano, dal latino "Contianus", a sua volta dal gentilizio "Contius". Rilevanti per la storia locale sono le diverse localizzazioni, nel tempo, dell'abitato che fu generato, come la contigua Lu, dal pagus "Metilianus", già sede della ensebiana "plebs" di San Giovanni e che è individuato nelle leggende locali con la mitica "Caconlu", progenitrice di Camagna, Conzano, e Lu.
Verso il Mille, con Lu, nasce infatti anche Conzano che aggregherà poi in un processo di accentramento caratteristico dei secoli XIII e XIV i villaggi di Pozzo Piazza (Tuvo) e del "bric" di Santa Lucia; l'abbandono del primo, ancora ben vivo nelle menti locali, è imputato alle scorrerie saracene che insanguinarono queste contrade attorno al 960.
La torre civicaNei secoli seguenti il paese diverrà terra del marchesato del Monferrato, seguendone le sorti, tranne che per brevi periodi, come agli inizi del 1200 quando sarà conteso tra aleramici e alessandrini subendo gravissimi danni che indurranno i contendenti a presentare le proprie ragioni ai rettori della Lega Lombarda. A quell'epoca sembra databile la torre civica, emblema del paese e ultima visione per i tanti emigrati che lo lasciarono, specie per l'Australia. È costruita con blocchi di tufo conchiglifero tratti da cave locali caratterizzati, come non sfugge agli osservatori attenti, da una composizione tipica di un ambiente di deposizione marino, poco profondo ed influenzato dal moto ondoso, con abbondanza di lamellibranchi, gasteropodi, ed altri fossili marini. I cantoni con i loro geroglifici sembrano in vero evocare la vicenda di una terra venuta dal mare e che avrebbe vissuto la diaspora di tanti suoi figli oltre gli oceani. Conzano è infatti, come di recente ha scritto G. Jannon, "il paese degli Australiani". Il municipio, al centro del paese, si trova in piazza Australia e l'unica lapide al suo esterno è dedicata ai conzanesi emigrati in quel lontano continente. L'ambasciatore australiano è cittadino onorario di Conzano e nell'ufficio del sindaco il quadro che ritrae la prospiciente piazza è opera della pittrice Brown!
Espressione di questo "feeling" fu il gemellaggio - nel 1993 - con Ingham, come si legge agli ingressi del paese, in Queensland; l'omaggio ricevuto, un puzzle con gli arnesi di lavoro dei tagliatori di canna da zucchero conzanesi, è collocato nella sala del Consiglio comunale. All'esterno degli antichi portici comunali, quasi perpendicolare alla "preja d'la crija", è stata posta un'opera dell'artista Ezio Gribaudo donata al Comune, di m. 2.20x1.80, raffigurante un tipico animale locale... un canguro!
L'opera è stata realizzata nel noto studio Giugiaro a Moncalieri.
Sui dolci declivi conzanesi non si incontreranno però altri canguri e ormai nemmeno buoi che pur segnarono un'epoca che poco aveva da spartire con la motorizzazione e molto col sudore contadino.Cavalieri e amazzoniPiù frequenti sono invece gli incontri con cavalieri e amazzoni del centro ippico "Il Castagneto", al trotto su per i colli e al galoppo nelle splendide valli su cui occhieggia Conzano. Il ristoro è poi assicurato nei tipici locali dai nomi non convenzionali: "Uva Blu" nel capoluogo e "Le Terre Rosse" a San Maurizio. Un percorso agro-archeologico con guado della "gemina" Grana, potrà condurre alla chiesa campestre di S. Giovanni dove si sono rinvenuti numerosi reperti tra cui la più antica testimonianza epigrafica cristiana nel vasto territorio a sud del Po, compreso tra Chieri e Tortona che testimonia la diffusione del cristianesimo nell'area a partire almeno dal V sec. d.C. Nei pressi l'odorato guiderà alla fonte solforosa detta Firata le cui acque furono analizzate per la prima volta nel 1789.
La cristianizzazione ebbe poi seguito con la fondazione di S. Maurizio delle Caselle (X sec.) di cui non resta traccia, di Santa Lucia localizzata nell'area cimiteriale di Conzano (XI sec.), del priorato di San Benedetto di Conzano (XII sec.) dei monaci cluniacensi, di Santa Maria di Piazza, al sorgere del XIII sec., degli Umiliati e ora parrocchiale e infine dell'Abbazia di San Maurizio degli inizi del 1400. Fu quest'ultima il seme, unita alla dolcezza dell'ambiente, che originò l'omonima frazione in costante sviluppo negli ultimi decenni.


Conzanesi illustri

Carlo Vidua - Carboncino e matita su carta di Etienne Bouchardy.Carlo Vidua, conte di Conzano, esploratore, etnografo e scrittore, morto a 45 anni, nel 1830, ad Amboina nell'isola di Celebes (Molucche) per le ustioni, e conseguente cancrena, riportate esplorando una solfatara vulcanica, è sepolto (sarcofago del Mosca, iscrizione del Provana) in San Maurizio.
Amico di Bernardino Drovetti, a lui molto deve la fondazione del Museo Egizio di Torino. Insaziabile giramondo, che conoscerà per ampia parte, scrisse "Dello stato delle cognizioni in Italia" ispirando al Gioberti il "Primato morale e civile degli Italiani".

Pio Vidua conte di Conzano, padre di Carlo, fu Ministro degli Interni del Regno di Sardegna nel 1814 all'atto della restaurazione sabauda.
Patrocinatore munifico della parrocchia di S. Maurizio, portò questo suo sentire anche nell'impegno di governo e a Lui si deve la soppressione della tortura nel regno di Sardegna.


Conzano dispone di un archivio storico comunale recentemente riordinato e di grande interesse e di un pregevole catasto "napoleonico" recuperato dal degrado con un accurato restauro.


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